HORRORSCAPE:

PER INIZIARE, SPIEGATECI COME NASCE IL NOME DELLA BAND E COSA RAPPRESENTA.

 

FRENTRUM:

Il nome Frentrum racchiude una moltitudine di significati, ma molte chiavi di lettura sono propriamente mie.

Frentrum nasce da me, sia a livello concettuale che lirico.

Fondamentalmente l’attaccamento morboso verso la mia terra (l’Abruzzo), ha giocato un ruolo fondamentale.

La mia città (Lanciano), era la capitale della Frentania ed i Frentani erano un antico popolo italico di lingua osca che risiedeva sulla regione costiera adriatica centrale.

Gia quando militavo nei Malanoctem, alcuni testi parlavano della storia della mia terra, delle mie radici e di ciò che ho sempre apprezzato. 

Frentrum è un continuum logico (a livello di nome), su quanto avevo già scritto in seno alla vecchia band di cui facevo parte. 

Mi sono sempre occupato io dei testi ed ho trovato naturale rispolverare e continuare la tradizione che avevo intrapreso.


HORRORSCAPE:

CHI SONO E DA DOVE PROVENGONO I MEMBRI DELLA BAND? SE E’ UNA ONE-MAN BAND, COME MAI QUESTA SCELTA?

 

FRENTRUM:

Frentrum essenzialmente è la mia creatura.

Nel 2013 (prima di decidere di mia spontanea volontà l’allontanamento dai Malanoctem, avvenuto nel 2015 ), ritrovai un vecchio quaderno di appunti risalente al periodo 1996/1997.

Nel suo interno riff di chitarra che avevo scritto quasi 20 anni prima, testi e idee su grafiche e quant' altro.

Io ho avuto diverse esperienze in passato (Malanoctem la più incisiva di tutte) ed avevo le idee chiare su cosa fare e come farlo, ma occorrevano dei componenti “aggiuntivi”.

Chiesi a vecchie conoscenze, misi in piedi la prima formazione e infine saltò fuori la prima Demo in cassetta, così successivamente andò anche per le altre pubblicazioni.

In fondo io cerco sempre la quadratura del cerchio e cerco costantemente l’altra metà della medaglia per poter completare al 100% una forma definitiva del progetto,.

Attualmente oggi, io mi occupo delle chitarre, del basso, dei testi, della scrittura dei brani e da quest’anno, ritornerò dietro al microfono.

La batteria è uno strumento che non mi si confà, sarà perché non ho mai provato realmente ad imparare e sarà che ormai mi ritengo troppo vecchio per farlo (eheheh).

Gli ex-membri provengono chi più chi meno, da esperienze musicali metal e non.

Persone con cui ho realizzato ciò che si doveva fare in quel momento, ma ora il mio sguardo è proiettato al futuro. A breve annuncerò il nuovo batterista che prenderà parte alle registrazioni dell’album, questo conta.

Hic Manebimus Optime.


HORRORSCAPE:

PARLATECI DEL VOSTRO ULTIMO LAVORO.

 

FRENTRUM:

Cronologicamente parlando, si tratta della compilation “Into The True Underground’s Spirit Vol.2” per la H.O.D. Productions di Grav degli Orcrist. Se scaviamo indietro di qualche mese, a fine Maggio, troviamo “Linee di vette”.

Si tratta di uno split vinile 7 pollici dove sul lato A troverete “Linee di Vette” di Frentrum e sul lato B “Luce Nuova dello Spirito” dei Movimento d’Avanguardia Ermetico.

Ho sempre amato le release limitate, e che soprattutto costruiscono un percorso logico che trova conferma nell’album vero e proprio.

Negli anni 80/90 molte band underground hanno iniziato così, un tassello alla volta.

“Linee di Vette” è un omaggio al mio amore verso le montagne, verso la natura e verso i paesaggi della mia terra.

Dopo aver letto “Meditazioni delle Vette” di Evola, avevo un testo.

La musica è stata ripresa, ricostruita e rimaneggiata sul testo stesso.

Volevo qualcosa di epico, freddo, e soprattutto che riportasse alla mente una certa tipologia di produzione.

Avevo una priorità, quel brano doveva essere come me lo stavo immaginando dall’ inizio e mi sono detto: “Questo dovrà suonare come Battles in The North”.

Sono molto soddisfatto del risultato, le chitarre hanno un non so che di nebuloso e freddo, proprio come sul celebre disco degli Immortal.

I punti di riferimento in ciò che faccio sono importantissimi, non perché debba esaltare questa o quella band, semplicemente perché da lì posso iniziare ad avere un idea precisa su quella che sarà l’evoluzione del lavoro.

Come per “Mistica del Vuoto” (brano inedito presentato sulla compilation di Grav), anche in quel caso ho sviluppato la base partendo da un disco che amo in maniera particolare, “Hvis Lyset tar Oss” di Burzum.

Ovviamente si tratta sempre di visione elaborata attraverso il mio gusto italiano, come sempre Originarietà, Non Originalità (S.E.W. - Argento).


HORRORSCAPE:

PRIMA DI FORMARE QUESTO PROGETTO ESISTONO ESPERIENZE IN ALTRE BAND?

 

FRENTRUM:

Come detto sopra, Frentrum (prima che scegliessi il nome nel 2013) c’era già, o almeno, esisteva già del materiale che poi riutilizzai successivamente nei lavori usciti dal 2013 in poi.

Esisteva un progetto vecchissimo nel 1996 e vedeva me in un’altra formazione con individui che ormai non vedo da anni.Credo che oggi probabilmente non abbiano più a che fare con la musica da almeno un decennio.

Erano gli anni delle prime cover, dei pezzi semplici da realizzare e soprattutto erano i primi anni mistici in cui ero preso totalmente dal Black Metal, non che oggi sia diverso.

Strimpellavo in malo modo sia basso che chitarra, ma lo spirito era quello giusto. Darkthrone, Mayhem e Burzum riecheggiavano in un vecchio scantinato di provincia.

Non rammento di aver fatto altro per almeno due anni di fila. Le difficoltà erano tante, mi alternavo a seconda delle esigenze tra vari ruoli e dovevamo riempire le mancanze di line-up continuando anche per mesi come un solo duo.

Immagina: Abruzzo, provincia e zero musicisti disponibili a metter su una band che all’orecchio della maggior parte delle persone sprigionava solo rumore.

Fino al Settembre 2004 le cose andarono con il freno a mano tirato, finché non mi allontanarmi definitivamente.Rimase il rammarico di aver scritto dell’ottimo materiale ma di non aver pubblicato mai niente.

Fondai successivamente nel 2005 un altro progetto (ne uscì un CD nel 2006) che si chiamava “The Drop Of Water That Can Wear Through A Stone”. 

Fondamentalmente ero in piena fissa con i Sunn O))) e la mia passione per il Black fece il resto.Iniziammo a mischiare in duo tutte le nostre influenze e ne uscì un lavoro davvero assurdo.

Ambient, Black Metal, Acustico ed Elettronica, i feedback delle chitarre sparati in saturazione facevano il resto.Bel periodo, bei live atmosferici e bei ricordi.

Successivamente conobbi a cavallo del 2005/2006 una band locale (Hybrid Circle) e da lì nacque un progetto a 6 elementi, registrammo se non erro 3 pezzi e li buttammo su un cd-r.Erano i Dying Shadows.

Death Metal Melodico di stampo Svedese con delle puntate sul Black alla Dissection.Il progetto rimase in sospensione per molto tempo e non si fece nessun concerto.Peccato, c’erano potenzialità a non finire ma poco tempo per poterle realizzare.

Fatto uno degli ultimi live con i “The Drop…” (inverno 2007), passò del tempo e soltanto il 10 Ottobre del 2008 entrai nei Malanoctem come cantante a tempo pieno.

Lì la storia è lunga.Un progetto importantissimo e tanti ricordi, positivi e non.

L’aria che tirava nei primi mesi del 2013 e un mucchio di appunti, mi rimisero in carreggiata ed iniziai a ragionare su un progetto solista, era il momento di riprendere in mano la situazione.

Se da un lato ero molto scoraggiato per le esperienze pregresse, dall’altro ragionavo su come potevo rendere giustizia alla mia passione per la musica.

Ripresa in mano la chitarra dovevo necessariamente dar voce a ciò che avevo iniziato quasi due decenni prima.Il vecchio quaderno degli appunti di cui già ti ho parlato fece il resto.

Idealmente quindi Frentrum nasce nel 1996 (molte composizioni, riff e testi vengono da quegli anni), ma a livello pratico solo nel 2013 diedi nome a quel materiale e soprattutto, iniziai a pubblicare il materiale che avevo a disposizione.

Per assurdo, solo quest’anno è saltata fuori una cassetta (tramite un vecchio amico che ringrazio qui, Massimo C.) con delle rehearsal del 1996.

A chi fece il pre-ordine di “Linee di Vette” l’etichetta “Land Of Fog Records” mandò un codice via mail per poter scaricare gratuitamente quello che chiamai “Caput Mortuum”, l’unica testimonianza di registrazione degli anni ’90.

Un riff fu ripreso per comporre successivamente il brano “Dalle Profondità…”. 


HORRORSCAPE:

QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE MUSICALI? NEL CASO CI FOSSERO.

 

FRENTRUM:

Black Metal, New Wave e Dark anni 80.

Da grande amante dei Litfiba, mi è sembrato naturale mettere dentro Frentrum la New Wave di album come 17 RE e Desaparecido, nonché anche Siberia dei Diaframma.

Per quanto riguarda il Black Metal invece, fonte d’ispirazione massima è Varg Vikernes.

Il riffing ipnotico e ripetitivo è il Black che preferisco. Credo che in ciò che faccio prima di tutto si debba parlare di feeling, non sono un amante della tecnica ma piuttosto punto all’atmosfera nei brani che compongo.

Fondamentalmente sono un grande ascoltatore e non mi sono mai posto dei limiti a riguardo, piuttosto la grande varietà di musica che ho assorbito ha contribuito in maniera positiva alla mia crescita, questo è il punto di partenza.

Dal Power Noise degli Esplendor Geometrico ai New Trolls, dai Maiden ai The Cosmic Jockers, passando per Battiato fino alla Detroit Techno non ci ho lasciato mai nulla.

Cosa sulla quale non transigo: Frentrum suona Black Metal, non ha nulla a che fare con filoni come il Suicidal, il Depressive o il Parmigiano Black Metal.

Si fotta chi vuole inquadrarmi in qualche fottuto filone, io non parlerò mai di annientamento della persona ne tantomeno metterò l’accento su tematiche che relegano l’Uomo a una merda da marciapiede.


HORRORSCAPE:

PER QUANTO RIGUARDA IL SONGWRITING, PARLATECI DEI TESTI DELLE VOSTRE CANZONI NELLO SPECIFICO E CHI LI CURA IN PARTICOLAR MODO.

 

FRENTRUM:

I testi sono scritti tutti da me, dalla A alla Z. 

La stesura avviene in maniera del tutto casuale, appena c’è l’ispirazione, inizio a scrivere le prime righe. Cosa fondamentale, debbono avere logica e non risultare un compendio di parole messe alla rinfusa.

Ogni testo ha la sua “storia”, la sua motivazione e il perché si debba adattare a un determinato pezzo.

Essendo molto personali, io ho la mia chiave di lettura attraverso la quale il testo segue una determinata logica.

Non nascondo che faccio attenzione anche ad un’altra cosa, la versatilità del messaggio.

In una maniera o nell’altra se c’è un ascoltatore attento, ciò che voglio comunicare arriva.


HORRORSCAPE:

COME NASCE L’ARTWORK DEI VOSTRI LAVORI? CHI LO CREA E COSA RAPPRESENTA?

 

FRENTRUM:

Come per altri aspetti, in Frentrum curo io anche l’artwork e le grafiche (sia in fase di realizzazione che di concept).

Tranne che per “Linee di Vette” (la front cover è realizzata da Svanir), utilizzo sempre delle fotografie che nella maggior parte delle volte hanno una seria correlazione con i testi delle canzoni.

Più in la forse, prenderò in considerazione l’opportunità di farmi realizzare qualche disegno, ma essendo molto critico, è difficile che mi accontenti facilmente.

Attualmente le foto che sono state utilizzate le ho scattate (in minor numero ) io, le altre invece sono prese di peso dalla mia donna e dal suo archivio fotografico.


HORRORSCAPE:

CANTATE IN INGLESE O IN QUALCHE ALTRA LINGUA? COME MAI QUESTA SCELTA?

 

FRENTRUM:

Italiano, solo ed esclusivamente Italiano.

Apprezzo l’Inglese, ma in madrelingua riesco ad esprimere maggiormente le mie idee.

Per Frentrum utilizzerò sempre l’Italiano, per altri progetti, vedremo in base alle esigenze.

La lingua italiana fu mia prerogativa già anni e anni fa, oggi, è un esigenza incontrovertibile.

La flessibilità di accenti, la musicalità e il numero impressionante di vocaboli, rende la lingua italiana uno strumento massimo che sul Black Metal trove pieno compimento.

Band come Spite Extreme Wing, Inchiuvatu, Frangar, Hiems e Malnàtt sono state fonti di massima ispirazione per me, tutt’oggi prediligo le band italiane che cantano in madre lingua.


HORRORSCAPE:

DOVE NASCE LA VOSTRA MUSICA?

 

FRENTRUM:

Nasce dal pensiero che si trasforma in Azione. L’idea che prende forma.

Prerogativa è la massima solitudine, sempre. Ho i miei tempi, i miei modi e le circostanze alle quali ormai sono abituato.

La chitarra è sempre lì, a portata di mano. Ma occorre il momento giusto, sempre.

Non compongo tanto per, non subisco il fascino della pressione indotta da qualche agente esterno. La cosa deve partire da me prima di tutto.

Ciò che faccio non ha nulla di programmato, segue esclusivamente il pensiero.


HORRORSCAPE:

PARLANDO DELLE ESPERIENZE DAL VIVO, VI SIETE ESIBITI IN QUALCHE LUOGO SINO AD ORA? SPIEGATECI COME E’ STATO IL VOSTRO APPROCCIO CON IL PUBBLICO. 

 

FRENTRUM:

Ho fatto live con le mie vecchie band, ho fatto live anche per troppi anni.

Le cose sono cambiate, con Frentrum non ci saranno esibizioni (anche se gli inviti sono stati molteplici).

Ringrazio in questo senso “Howling At The Moon” per le proposte, ringrazio la “Black Dawn Promotion” e tutte le band che in un anno e mezzo mi hanno contattato.

Probabilmente ci sarà occasione per qualche live in futuro, magari con altri progetti, ma Frentrum rimane una realtà studio.

Anni di esperienze pregresse mi hanno insegnato molto, così come il metter in piedi ben due festival di media portata: sangue, sudore, tempo, passione, ma pochi riscontri (e non parlo di quelli economici, in un genere come il Black Metal chi parla di guadagno non ha capito un emerito cazzo).


HORRORSCAPE:

QUALI SONO LE VOSTRE RELEASE SINO AD OGGI?

 

FRENTRUM:

Nel Marzo 2014 è stata realizzata la prima demo, semplicemente intitolata DEMO (rigorosamente come vecchia scuola insegna è stata prodotta da me in cassetta).

100 copie andate via in appena due settimane! Curai in maniera maniacale tutti gli aspetti e mi impegnai a riproporre un feticcio anni 90!

Con un giro di mail e col grande Fog che apprezzò subito ciò che avevo intenzione di fare, nacque l’accordo con la “Land of Fog Records” per una successiva uscita.

Realizzai così il singolo digitale (poi inserito come ghost-track nella pubblicazione successiva) di “Die When You Die” di G.G. Allin.Pezzo che reputo attualissimo e immortale.

Fu un ottima trovata, fece grande pubblicità a Frentrum e io arrangiai il pezzo in chiave Black Metal modificando il testo e mandando a fanculo tutti i finti ascoltatori del genere, i cosiddetti “poser”.

Quel pezzo funzionò da terapia per me e creò aspettativa.

Sostanzialmente fu una mia piena condanna verso gli hobbisti del Black Metal, verso chi con croce rovesciata e trucco da panda sventolava odio al pari di un offerta da discount.

Successivamente la collaborazione con la “Land of Fog Records “di Fog portò alla realizzazione del CD “Dalle Profondità…”, era il Luglio 2014.

Che dire?Fog ha distribuito il lavoro per mezzo mondo e le vendite sono andate benissimo.

Si iniziò a programmare il lavoro successivo, uno split con una band italiana.

In quel frangente un vecchio amico tirò fuori delle registrazioni su nastro datate 1996. C’ero io in formazione e decisi di pubblicarle, soprattutto perché alcuni riff erano stati ripresi da me successivamente.

Esce così su Bandcamp (sotto licenza Land Of Fog Records) “Caput Mortuum”.

Fu regalato a tutti quelli che seguivano Frentrum e che effettuarono il pre-order del lavoro successivo con largo anticipo, attualmente è ancora online ed acquistabile a soli 2 euro.

Un omaggio.

Nel Maggio 2015 vede la luce lo split “Linee Di Vette”, un successo in pre-order davvero convincente (sempre per L.O.F. Records) che continua ancora oggi ad essere richiesto.

Si continua con la tradizione e questa volta Frentrum viene pubblicato su vinile (in allegato anche il CD dello stesso split).

Con Grav degli Orcrist subito dopo si inizia a pensare ad una compilation contenente realtà italiane Underground di un certo spessore.

Viene registrata così “Mistica del Vuoto” (ultima release con la vecchia formazione) e la H.O.D. Productions stampa “Into The True Underground’S Spirit Vol.2” (rigorosamente in cassetta).

Al suo interno oltre Frentrum, altre 15 realtà tutte italiane.

Dai nomi storici di un certo calibro a nuovi progetti, “Into The…” è un viaggio attraverso la scena italiana dei nostri giorni. Ovviamente consiglio l’acquisto.


HORRORSCAPE:

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE MUSICALI CHE DIFFERENZIANO LE VOSTRE RELEASE, IN CASO DI PRECEDENTI PUBBLICAZIONI?

 

FRENTRUM:

Non si parla certamente di evoluzione, piuttosto di un filo diretto attraverso il quale ho sviluppato le varie pubblicazioni.

Calcolando che il periodo di composizione è stato compattato nel tempo, ciò che ho realizzato con Frentrum proviene dalla stessa istintività che ha mosso i primi passi dalla Demo fino a “Mistica del Vuoto”.

Non intravedo nessuno sviluppo in questo senso, ma soltanto una messa a fuoco più specifica a seconda dei periodi in cui è stato messo nero su bianco.

I brani pubblicati fino ad oggi fanno parte dello stesso puzzle, così come quelli che ho sviluppato per l’album.

Le varie realizzazioni sono servite affinché si creasse un percorso ben delineato su ciò che è stato sviluppato e contestualizzato nell’arco di moltissimi anni.


HORRORSCAPE:

IN ITALIA ESISTONO UNA MIRIADE DI REALTA’ METAL. ESPRIMETE UN VOSTRO PENSIERO SULLA SCENA MUSICALE ODIERNA NEL NOSTRO PAESE.

 

FRENTRUM:

Appartengo a quella schiera di persone che si dichiarano Fan, prima di essere musicisti.

Acquisto moltissimo materiale Italiano, ormai da anni prediligo il nostro paese, sia per qualità che per gusto personale.

La scena? Questo è un argomento delicato da trattare.

Per la maggior parte delle persone (musicisti e non) la cosiddetta “scena” non esiste, per altri c’è, ma è invisibile.

Io sostanzialmente mi riconosco in qualcos’altro.

Credo fermamente che l’unità d’intenti e l’amicizia possa creare qualcosa di valido nel nostro paese, ma prima di tutto dovremmo abbandonare e buttare nel cesso i nostri pregressi attriti personali (fin dove sia possibile, alcuni stronzi rimangono tali Ab Aeterno e c’è ben poco da fare).

Qualcosa si sta sviluppando, ma è ancora troppo presto per poterne parlare in maniera seria.

Ciò nonostante, il nostro paese non è che non ha nulla da invidiare ad altri, attenzione: piuttosto dà due linee di superiorità a tantissime realtà estere.

L’era Scandinava ormai si è accasciata su se stessa, poca roba si salva ancora (roba che tra l’altro per mere ragioni collezionistiche continuo ahimè ancora a comprare) ma fortunatamente trovo molto forti le realtà provenienti dall’Est Europa.

Ma noi, da bravi esterofili, guardiamo sempre con occhio critico ciò che è dietro casa nostra ed osanniamo pedissequamente qualsiasi merdata venga fuori oltre il nostro confine nazionale.

Il dualismo è tipico degli italiani, o si è PRO o CONTRO (con cambi continui e repentini di idee tra l’altro). Difficilmente qualcuno ti dirà “Beh, proverò a dargli una possibilità”, anzi, più facilmente ti dirà che è merda al 90%.

Per me l’Italia da una buona decina di anni a questa parte (sorvolando sugli intoccabili degli anni 80 e 90), ha dato una sonora lezione a tutti. Dal Black al Death, dall’Heavy al Thrash.

Io personalmente supporto un grande numero di band underground italiane, tra le mie preferite in assoluto ecco un piccolo elenco con un commento personale:


-Khephra (imprescindibili, storicamente e musicalmente grandiosi), 

-Anamnesi (one-man band incredibile, degno erede di ciò che fù per S.E.W.), 

-Hesperia (poco da aggiungere, Hesperus personaggio da mille sfaccettature con una cultura musicale enorme), 

-Kurgaall (esiste un altro termine di paragone per “violenza sonora”?), 

-Orcrist/Legione/Thorgerd e qualsiasi cosa partorita dalla mente malata di Grav è sinonimo di qualità (anche qui, ogni parola è superflua), 

-A Monumental Black Statue (folli, incontrollabili), 

-Malauriu (la scuola Mediterranea sforna un’altra marcia realtà del Sud Italia), 

-Necroshine (Black Metal, che altro aggiungere?), 

-Mortuary Drape (basta il nome),

-Malnàtt (L’Avanguardia del Black Metal),

-Omnia Malis Est (Viteliù un disco da avere),

-Nova (“Il Ritorno” tra i dischi migliori che abbia ascoltato nel 2015),

-Movimento d’Avanguardia Ermetico (Introspettivo Black Metal, eccezionalmente unici),

-Frangar (Il Colonnello e soci sanno il fatto loro…),

-Nox Illunis (Glaciali e Magnetici),

-Heretical (Perseveranza e Massimo Rispetto),

-Funera Edo (Distruttivi ed Epici),

-ATAVICVS (Orgoglio Abruzzese),

-Nocturnal Degrade (One-Man Band Oscura e claustrofobica come poche altre),

-The True Endless (Capisaldi)

-Abhor (Black Metal ed Esoterismo Eccelso),

-Via Dolorosa (Oltre Ogni Cosa, Incatalogabili),

-JANVS (La sinergia ideale tra il Black Metal e Poesia),

Ed ancora Pestem, Bunker66, Lilyum, Vidharr, Death Dies, Sceletus, Malanova, Malaflame, Solitarius, Paymon, Darkness, Comando Preatorio, Entirety, Catechon, 

Speculum Mortis, Skoll, Mourning Soul, Whiskey Ritual, Malpas, Burian, Luciferum Penis, Voices from Thaumiel, Athanor, Tumulus Anmatus, Caronte e molti altri.

Basta cercare, basta voler ascoltare.


HORRORSCAPE:

LA PASSIONE PER SUONARE UN DETERMINATO STRUMENTO E’ NATA DA UN MOTIVO IN PARTICOLARE?

 

FRENTRUM:

Nessun motivo in particolare.

Mi fu regalata per desiderio la chitarra nel 1994, così partì tutto da autodidatta.

Idem il basso.

Seguii poche lezioni, fatte anche male. 

Teoria zero, si va avanti col cuore e con l’istinto.


HORRORSCAPE:

POTENDO SCEGLIERE DI FAR PARTE DI UNA BAND FAMOSA, PER OGNUNO DI VOI, QUALE SAREBBE? 

 

FRENTRUM:

E’ un idea che non mi ha mai lontanamente sfiorato.

Nell’epoca che stiamo vivendo, con soldo in tasca e minime capacità, chiunque oggi potrebbe diventare famoso.

Basta investire. Un po’ come quelli che millantano e si riempiono la bocca della parola Underground: pagano per le interviste, per le recensioni, per i live e per le agenzie.

Pagano per poter dire, sai, ho suonato con tizio, caio o sempronio. Un imbecille così possiamo dire che è famoso?

Scelgo di non essere famoso a quel punto, determinate energie preferisco adoperarle in maniera negativa convogliandole su altro.

Il concetto di “famoso” finisce dove inizia il mio spregio nei confronti di certi individui. 

La meritocrazia è un concetto inutile e non apprezzato ai giorni nostri. Una domanda nel genere a metà anni 70 o 80 mi avrebbe messo in crisi, oggi no.

Posso accettare che ci sia un compromesso, ma molto in fondo. Che si sponsorizzi la pagina FB per una determinata news (prima o poi proverò anche questa cosa), ma mai e poi mai potrei accettare di tirar fuori soldi per poter emergere in un determinato contesto.

Idem per i leccaculismi di quarta categoria, messa così non diventerò mai “famoso”.

Tra le ultime mode c’è chi ama farsi fotografare con band che stanno riscuotendo un discreto successo nell’Underground per poter quindi approfittare di una mera visibilità riflessa.

Tutte sotto lo Stivale, dalla prima all’ultima.

Così come chi butta merda sul lavoro altrui, Sotto Lo Stivale.

Che si parli di supporto, di stima, di tempo impiegato a diffondere il proprio progetto, nessuno e sottolineo NESSUNO, può permettersi una sola parola a riguardo.

Gli sforzi di ogni singolo individuo, perpetrati attraverso l’impegno, vanno sempre rispettati.Sempre.

Iniziate a rispettare le mie idee e io inizierò a rispettare le vostre, così sarà per la vostra la vostra musica e infine per voi in quanto individui.

In Piedi Sulle Rovine, sempre.

  

HORRORSCAPE:

QUESTE ULTIME RIGHE PER DIRE QUELLO CHE VI PIACE E A CHI VOLETE….

 

FRENTRUM:

Prima di tutto grazie per l’intervista, per l’interesse e per il grande lavoro che svolgi in seno ad Horrorscape.

La passione premia e si vede ;)

Un ringraziamento speciale va a Fog della “Land of Fog Records”, etichette come quella sua si contano sulle dita di una mano (dove almeno tre sono amputate).

Ovviamente ringrazio tutte le Band che supportano ciò che faccio e tutte le persone che giornalmente mi contattano.

Un ultima riga la dedico a tutti quelli che boicottano Frentrum, scrivono news false, aggiungono info errate sul web, truccano le mail e spendono il loro tempo nello screditare ciò che faccio.

Io so esattamente chi siete, essere in qualche modo “odiato” mi crea soddisfazione.

Non smetterò mai di ringraziarvi per la pubblicità che mi state offrendo giornalmente, davvero. Continuate così!


“Io Ho Quel Che Ho Donato” (G. D’Anunzio).